Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025
M AURIZIO S ELLA Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro I nostri lavori si sono aperti con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con la consueta autorevolezza ci ha offerto una guida morale e isti- tuzionale preziosa, sottolineando come “l’appannamento delle convenzioni inter- nazionali basate su principi di cooperazione, rendono più che mai prezioso il ruolo della Unione europea, fattore di stabilità, progresso e pace”. Inizio col dire: per l’Italia non c’è futuro favorevole senza l’Europa! Specie di un’Eu- ropa protagonista e non spettatrice della Storia, autorevole sul piano politico, effi- cace dal punto di vista istituzionale e capace di crescere e competere come area economica ampia, integrata e meno frammentata. Faccio un paragone. L’Italia prima dell’Unità, nel 1860-1870, con regole e prassi differenti, era una selva di diversità, con tanti piccoli Stati divisi, con diversi dia- letti, spesso influenzati da potenze straniere. L’Unità ci ha consentito di avere evo- luzioni civili, sociali e istituzionali e di avviare lo sviluppo che ci ha portato a essere tra i grandi Paesi del mondo. Oggi l’Europa si trova di fronte a una sfida analoga, ma su scala mondiale. In uno scenario complesso e in un contesto dominato da concentrazioni sempre più vaste di potere economico, militare e tecnologico; la dimensione è decisiva. L’Unione fa la forza è il caso di dire! E la forza dell’Europa è di essere un punto fermo e un modello democratico unico, che lega il successo economico allo Stato di diritto e al progresso sociale. Ma l’Europa non potrà mai contare davvero per quello che vale se ogni nazione resta condizionata dalla persistenza dei suoi confini nazionali. Vorrei esprimere in modo ottimistico tre proposte, che potranno apparire a taluno molto ambiziose, perfino irrealizzabili, ma è solo pensando in grande che si potrà dare concretezza all’Europa che vogliamo. 6. Conclusioni 103
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