Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

Quando si dice che l’Europa dovrebbe votare a maggioranza togliendo il liberum vetum , permettetemi un consiglio bibliografico: Edoardo Ruffini, figlio di Fran- cesco Ruffini, Il principio maggioritario , riedito da Adelphi nella fine degli anni settanta, dove dimostra come l’unanimismo, l’unanimità, ha portato all’ultima spartizione della Polonia e alla distruzione della capacità decisionale. Se uno legge quel libro capisce che un voto unanime a 27 è difficilissimo realiz- zarlo. Ma come si fa a passare al principio maggioritario? Non basta ripetere la li- tania civile? Di litanie io rispetto quelle religiose, quelle civili mi annoiano fortemente. E di conseguenza ci vuole un trattato costituzionale per dimostrare che si vota a maggioranza quando e come. Allora il problema dell’Ue è che è un’unione solo economica, parziale, ed è un’unione economica perché non è stato possibile, dagli anni cinquanta in poi, realizzare una maggiore Europa politico-istituzionale. L’elezione diretta del Parla- mento Europeo dal ‘79, la sua trasformazione progressiva da Parlamento consul- tivo a Parlamento co-deliberativo è già una crescita importante, da non sottovalutare ma anche da non rendere esaustiva la costruzione. La bocciatura della Ced, la Comunità europea di Difesa, negli anni cinquanta e la bocciatura del trattato per una Costituzione europea una quindicina d’anni fa, hanno bloccato la crescita politica e di conseguenza quando si dice che nelle rela- zioni internazionali l’Europa non c’è, è perché l’Ue non ha competenze sulla ma- teria di difesa e su grandissima parte delle materie di politica estera quindi voglio dire ad impossibilia nemo tenetur . Il problema è politico-istituzionale, prima si fa il trattato e poi si fanno le cose, non è che c’è qualcuno che fa un colpo, non di Stato ma di Ue prendendo la spada e brandendola per l’Ue. Siamo per la civiltà costituzionale di diritto e, di conse- guenza, questa è assolutamente la premessa. In più, apprezzando le analisi di linguaggio, questa crisi europea che è in atto non è la prima. Qui, nella gran parte, siamo persone adulte e colte che si ricordano che a fine anni ‘70 ci fu un forte riarmo dell’Unione Sovietica con l’installazione degli SS20, dei missili potentissimi, puntati innanzitutto sull’Europa occidentale, ben prima della caduta del Muro di Berlino, un decennio prima. La risposta di- L’Europa che vogliamo 36

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