Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

chiedono l’Europa che vogliamo e oggi ci chiedono una transizione che sia giusta e sostenibile. Il rapporto Draghi parla appunto di competitività e della necessità dell’Europa di essere più competitiva, però sottolinea anche l’importanza di mantenere il modello sociale europeo e ci mette in guardia contro una discesa verso il basso, una race to bottom, che minerebbe il modello europeo e che sarebbe una competitività che ci porterebbe uno contro gli altri. Quali sono allora le sfide che abbiamo davanti? Innanzitutto alzare il tasso di pro- duttività. Questo è un problema globale, non è solo europeo, ma è particolarmente forte per l’Europa. Produttività significa alzare la crescita. Chiaramente bisogna mantenere l’impegno di arrivare ad un tasso zero di emis- sioni e anche, allo stesso tempo, mantenere le politiche sociali, in particolare c’è una direttiva Ue del 2022 sui salari minimi adeguati. Ancora una volta quindi la produttività si ottiene con lavori di qualità con la formazione continua e con un’at- tenzione a quelli che sono gli skills necessari all’impresa. Qual è il problema dell’Europa? È il modello di crescita, l’abbiamo detto da tanto tempo, sono vent’anni che parliamo di modello di crescita europea troppo legato alle esportazioni, poco alla domanda interna. Dobbiamo stimolare la domanda interna perché oggi la situazione geopolitica, i dazi, il fatto che ci stiamo allonta- nando da un modello di commercio estero non vincolato da dazi e barriere, ci im- pone di guardare al mercato interno. Abbiamo un mercato interno importante e quindi occorre stimolare la domanda interna. Un modo di stimolare la domanda interna è anche assicurarsi che i salari reali siano adeguati altrimenti pochi riescono a comprare i prodotti europei quindi necessariamente ci troviamo di fronte all’esigenza di esportare o di esportare più di quanto sarebbe opportuno. Questo è un problema che ha anche la Cina, non è solo nostro. A questo punto ci si chiede da che parte si può andare una volta che i mercati di esportazioni sono finiti quindi, alla fine, l’Europa compete con la Cina utilizzando, di fatto, lo stesso modello di crescita. L’Europa che vogliamo 42

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