Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025
menza, ma non demonizziamolo, non rendiamo ideologico anche questo, come abbiamo fatto con l’energia. Cerchiamo di capire che migliorare i sistemi di difesa vuol dire migliorare le nostre economie, la nostra competitività e la nostra capacità di lavoro. Ecco, mi fermo qui. T ONIA C ARTOLANO È vero anche, mi permetta presidente, l’altro giorno ne parlavo col ministro Cro- setto, che noi abbiamo sempre immaginato, considerando le ultime tre genera- zioni, gli ultimi settant’anni, di vivere in un tempo di pace. Tre anni fa però abbiamo scoperto che la pace in Europa non c’è più perché Putin, con la Russia, con la sua operazione militare speciale, visto che si ostina ancora a chiamarla così, ha praticamente portato la guerra nel cuore dell’Europa. Presidente, volevo aggiungere a lei qualcosa sul Mes in particolare. U GO S ALERNO Sì, negli ultimi ottant’anni abbiamo vissuto in termini di pace, però è stata una difesa attiva, non è che tre anni fa ci siamo svegliati e nei precedenti settantasette eravamo stati nella bambagia. Chi ha vissuto un po’ i decenni precedenti, la storia non la dimentica. La professoressa De Romanis, parlando di questioni economiche europee, che io apprezzo e leggo sempre con grande interesse, soprattutto sulla stampa, ha parlato del Mes. La Professoressa l’ha definito ancora meglio di me, ma io sono uno di quelli che finora non ne ha parlato, ma l’ha letto perché il dibattito in Italia è stato soprattutto, non esclusivamente, tra coloro che si sono contrapposti politicamente senza averlo letto. La questione è paralizzata da anni, nel senso che è vigente il vecchio Mes, nessuno ha ritirato la ratifica, e non entra in vigore il nuovo Mes perché alcuni l’hanno ra- tificato e l’Italia non l’ha ratificato. E questo è un dibattito politico. L’Europa che vogliamo 48
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=