Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

nesi, ci deve essere la reciprocità dei dazi. Non è ammissibile che quando mando la mia roba in Cina pago il 25% e dall’altra parte non viene pagato nessun dazio. Capite che vanno messe le reciprocità anche sui componenti e soprattutto vanno obbligati i costruttori a nazionalizzare. Basta fare quello che fanno negli altri Paesi, Stati Uniti, Brasile. Esistono già le re- gole, non dobbiamo inventarle. Si evidenzia il problema che probabilmente l’Europa non è matura. Bisogna effet- tuare una riforma, togliere l’unanimità di voto perché non si possono, ogni volta, bloccare le iniziative e le proposte di qualcuno. Di fronte a queste scelte o l’Europa effettua delle decisioni mirate oggi, non si può rimandare al 2026 o addirittura al 2027, o questo Paese perderà un’industria fondamentale come quella dell’auto, perché in questo caso si avranno meno posti di lavoro, e diminuirà innovazione e sviluppo. Ci dovrebbe essere un fondo per la competitività e la semplificazione, soprattutto per aiutare le piccole aziende. Ma ribadisco che la cosa fondamentale è creare le condizioni per darci la possibilità di lavorare. Mettere in condizione le imprese europee di competere alla pari con i loro concorrenti stranieri. Purtroppo questo allo stato attuale non esiste. T ONIA C ARTOLANO Tra l’altro devo dire che a proposito del settore dell’auto ce ne sono tante di occa- sioni. Questo solo settore meriterebbe un convegno a parte per quello che abbiamo visto succedere in Europa. M ARCO B ONOMETTI In effetti tutti continuiamo a parlare, a parlare, a parlare, facciamo diagnosi, ana- lizziamo situazioni, ma nessuno fa niente. Ecco perché ringrazio i miei colleghi Cavalieri del Lavoro, e Reza che ha messo in piedi questi incontri che durano da qualche anno, dove ci confrontiamo, cer- chiamo di effettuare una sintesi sui problemi e analizziamo lo stato delle cose, ma L’Europa che vogliamo 60

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