Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025
che, ovviamente, si dicevano molto preoccupati e che cancellavano ordini sui quali noi avevamo fatto tutta una serie di proiezioni. Come finirà non lo sappiamo però, di sicuro, i cinesi tenteranno in ogni modo di riempire il nostro mercato con i loro prodotti, anche perché a nessuno deve sfug- gire che l’80% di quello che produce la Cina non è per il mercato interno, è per l’esportazione. Che poi mi domando anche dove gli americani andranno a reperire, per esempio, i prodotti tessili che facevano fare in Cina. Non so come potranno uscire da questa situazione perché poi, alla fine, tutti quelli che comprano a Walmart, dove acqui- steranno i loro costumi da bagno? T ONIA C ARTOLANO Posso farle lo stesso ragionamento anche per il cellulare. Questa cosa non può fun- zionare perché l’iPhone se fosse fatto ai tempi di dazi costerebbe 3 mila dollari. L AURA C OLNAGHI C ALISSONI Su quello hanno fatto subito marcia indietro, però penso che anche su altre que- stioni dovranno rivedere questa politica di tariffe e quindi non potendo più arrivare negli Stati Uniti o in altri mercati, cercheranno in tutti i modi di arrivare in Europa. A questo punto mi auspico davvero che attraverso Euratex, che è l’organizzazione europea che si occupa della parte tessile, l’Europa faccia qualcosa per contenere l’ingresso in Europa di prodotti che non rispettano gli stessi criteri di produzione di quelli che dobbiamo rispettare noi e, al limite, arrivare a dei dazi anche noi. Perché no? Qual è il problema? Altrimenti rischiamo la desertificazione di tutta la filiera tessile in Italia e in Europa. T ONIA C ARTOLANO Vorrei introdurre per ora, e lo faccio andando da Veronesi, un altro concetto che abbiamo citato poco: la formazione. Come questo si inserisce nella sfida per la 4. Seconda sessione: verso una nuova politica industriale europea. Le sfide dell’impresa 63
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=