Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

quello che diceva prima: gli strumenti che dobbiamo avere a disposizione per una competizione globale. Il termine è sicuramente quello del lavoro ma anche del la- voratore? B RUNO V ERONESI Presidente Emerito Aia, Cavaliere del Lavoro Innanzitutto, penso che l’obiettivo di un’impresa è quello di crescere, di far crescere i propri collaboratori, di creare un ambiente accogliente e, soprattutto, di contri- buire a far crescere anche il territorio in cui opera l’impresa. Perché se oggi i ter- ritori in Europa si sono sviluppati è perché c’erano imprese che creavano le condizioni per cui le famiglie nascevano, si creavano le comunità, i giovani trova- vano il lavoro, potevano farsi la famiglia. Secondo me, il problema fondamentale è il ruolo centrale dell’industria, della fab- brica. In questi anni si è perso questo concetto perché, anche, lì io difendo il la- voratore, ma per difendere il lavoratore devo difendere il lavoro, l’impresa. E l’Europa, rispetto agli Stati Uniti, ha messo troppe condizioni troppe regole per cui è impossibile riuscire a competere. Ecco perché il grido d’allarme è che bisogna intervenire subito, però non bisogna farlo più a parole. Qualcuno si deve prendere la responsabilità perché negli Stati Uniti, voglio ri- spondere al professore, quando sono andato c’era la Presidenza Trump che mi ha regalato ventimila metri quadri per strutturare un’azienda, mi hanno costruito diecimila metri come volevo e in tre mesi sono partito a produrre. Sono dieci o dodici anni che sono lì e non ho avuto un problema. Durante il Covid mi sono arrivati i soldi degli stipendi senza che lo sapessi. È vero che là i tassi di interesse sono più alti, ma là c’è la crescita, almeno nel settore dell’auto. Passato un periodo particolare, vuoi anche perché ci sono delle persone che poi condizionano anche gli sviluppi e gli ambienti, è tutto un altro lavoro. Hanno chiuso gli stabilimenti in Polonia dei motori endotermici, hanno trasferito tutto in Brasile che sta crescendo a una velocità che non ci immaginiamo nemmeno. E lì ci sono i dazi, ma ci sono sempre stati. L’Europa che vogliamo 72

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