Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

Se uno importa in Brasile paga il 25% o produci in Brasile. Perché la globalizza- zione, bisogna capire che ancora all’inizio, era una globalizzazione per andare a produrre conquistare quote di mercato e difendere le quote di mercato in Europa. Quello che noi lamentiamo, avendo il riferimento degli altri continenti, è che in Europa si creano i freni allo sviluppo, alla crescita. L’altro discorso è che gli interventi che vengono fatti oggi in ricerca e sviluppo, al privato non arrivano. Le aziende fanno ricerca e sviluppo con le risorse loro, i soldi pubblici se li gestiscono le istituzioni. Anche con i fondi del Next Generation Eu, ci sono stati tanti fondi, ma quanti soldi sono andati direttamente alle imprese? Le imprese fanno ricerca e sviluppo con le risorse proprie. È questa la differenza. Negli Stati Uniti invece c’è un’altra mentalità, ma comunque la nostra tecnologia, la nostra capacità di fare impresa, è riconosciuta in tutto il mondo. La nostra pe- culiarità, la nostra forza sono il lavoro, la tecnologia, l’innovazione il design, la creatività. Facciamo in modo che queste aziende continuino a operare, a crescere, a svilupparsi, a fare ricerca e sviluppo perché se facciamo morire le aziende, fac- ciamo morire tutto. Veramente qui l’Europa rischia una deindustrializzazione com- plessiva. Il mercato più grosso, il mercato più ricco, rischia di diventare il mercato più povero e meno innovativo di un tempo. Cosa lasciamo ai giovani? Oggi, un giovane che vuole fare impresa cambia subito idea, lo vediamo anche fra di noi, non ci sono le condizioni, piuttosto va al- l’estero e fa impresa all’estero perché ci sono delle condizioni diverse, persino in Cina dove non è bello lavorare, però la Cina sta crescendo ancora. Quando ave- vamo i tassi di interesse alti, avevamo l’inflazione del 18%, c’era però il lavoro e la crescita ci permetteva di pagare tassi alti di interesse e di avere gli utili per fare gli investimenti. Oggi avremo anche i tassi bassi, ma non c’è lavoro, non ci sono le condizioni. Per- ché gli investimenti si fermano? Mica si penserà che una mattina gli industriali hanno smesso di credere nella loro azienda? Se le aziende che ci sono oggi in Italia hanno saputo resistere e reagire al Covid prima e alla guerra dopo, è perché hanno nel Dna questa forza di credere in quello che fanno, di farlo per l’interesse generale e per la responsabilità sociale di cui si 4. Seconda sessione: verso una nuova politica industriale europea. Le sfide dell’impresa 73

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