Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025
M ICHL E BNER Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Athesia, Cavaliere del Lavoro Mi piacciono le domande provocatorie. Dobbiamo ritornare indietro. L’Ue è nata nel ’57, fondata da governi e il susseguito della storia dell’Ue è sempre stata im- prontata dai presidenti del consiglio e dai presidenti della repubblica quella fran- cese. Per cui l’Ue, il Parlamento europeo non è paragonabile con un governo o con la combinazione delle istituzioni in uno Stato normale democratico. L’Ue è, di fatto, uno Stato democratico perché chi regola l’80-85% per cento di quello che dobbiamo subire o possiamo vivere, è uno Stato, anche se non lo è come gli Stati Uniti d’America. Abbiamo un parlamento che è eletto a suffragio universale, abbiamo una Commissione di burocrati, non di politici, anche se sono politici che occupano queste posizioni, e abbiamo un consiglio che è il plenipo- tenziario che, alla fine, fa bello il brutto tempo. Questo in totale contrasto con quello che è stato citato oggi del Presidente Einaudi che già nel ‘45 aveva capito che le cose dovevano andare in altro modo. E condi- vido completamente la posizione del collega Amato quando dice che oggi la parte stabile nell’Ue è la burocrazia della Commissione perché quelli sono lì fissi e ab- biamo subito, io l’ho vissuta in prima persona in quegli anni quando ero a Bru- xelles, che era un periodo molto attivo, molto bello di crescita, di volontà di fare, dal ‘94 al 2009, la caduta del Muro, però in quei periodi è stata infiltrata la Com- missione con persone che politicamente non erano riuscite a arrivare a delle mag- gioranze però hanno cercato di fare l’attraversata nelle istituzioni e ci sono riusciti. Sta di fatto, l’esempio più lampante di recente, che il Parlamento ha difficoltà a im- porre la propria posizione, è quella dell’imposizione, a parte dei francesi poi seguita da Merkel, della von der Leyen per poi beccarci il Green Deal perché gli accordi erano diversi. Gli accordi erano di fare Presidente della Commissione colui che aveva condotto la campagna elettorale di una delle famiglie, proprio quella vincente. Noi abbiamo fatto un altro grandissimo errore. Quando c’è stato l’allargamento, dai 15 a 25, non abbiamo affatto prima l’approfondimento. Il Parlamento in tante sedute, in tanti documenti aveva chiesto, aveva cercato di imporre che prima bi- 5. Terza sessione: nuove istituzioni per governare la competitività 87
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