Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

sognava fare l’approfondimento perché chi vuole aderire a un club deve accettare le regole e non entrare e poi fare le regole. E con chi abbiamo oggi i maggiori pro- blemi? Con alcuni Paesi di quei dieci, non di quelli storici, non parliamo dei sei, ma neanche dei dodici, neanche dei quindici, li abbiamo adesso. Proprio per questo credo che il Parlamento si sforzi a portare più partecipazione di- retta, però ha anche un altro limite che non ha l’iniziativa legislativa perché ce l’ha solo la Commissione. Questo è un vulnus che dovrebbe essere riparato velocemente, non ci siamo ancora riusciti anche se la cosa è stata portata avanti non so quante volte, per cui il Parlamento può dare impulsi, può portare la Commissione e il Con- siglio sul tavolo attraverso il trilogo. È l’unica forza vera che il Parlamento ha, però non è l’arma vincente per cui una modifica delle regole sarebbe importantissima. Però non vedo, al momento, una situazione politica tale per fare un’altra conven- tion come è stata fatta nel 2001-2003 in cui era vice presidente il nostro Giuliano Amato. Però, anche in quell’occasione era il Consiglio che aveva dettato le linee attraverso il presidente francese. Io ho una speranza: questa Unione è cresciuta nei periodi di difficoltà, quando c’erano le crisi e noi attraversiamo adesso la crisi più grande dopo la fine della guerra del ’45. Sono molto speranzoso e fiducioso che questo Parlamento ritorni a questa spinta di riforma, perché la riforma generale non viene dalla Commis- sione, non verrà dagli Stati membri perché non c’è una testa, un personaggio, una personalità così forte da imporre una nuova iniziativa. Deve essere il Parlamento a farla. Lì, qualche spiraglio, qualche albore si vede. Spero che ci si riesca, poi non hanno il voto toccasana né gli uni né gli altri, però portare le istituzioni europee a un normale rapporto tra i poteri di uno Stato democratico normale, è un’inizia- tiva urgente, necessaria e doverosa per tutti quanti. T ONIA C ARTOLANO A proposito di istituzioni, Nicoletta, vorrei fare un’analisi anche sui risultati delle ultime elezioni europee. C’è qualcuno che intravede elementi di fragilità, perché abbiamo avuto, e non le avevamo ancora viste in maniera così importante, spinte di consenso verso forze radicali, euroscettiche. L’Europa che vogliamo 88

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