Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

Ora, qual è il problema? Sicuramente c’è questo tentativo, da parte della Com- missione, però a Bruxelles alzano le mani e dicono: c’è qualcuno che le cose le fa. Perché? Perché dall’altra parte c’è un vuoto dal punto di vista politico che non è stato ancora colmato, il vuoto che vediamo nell’ambito intergovernativo, un po’ perché manca la leadership, perché manca la coesione tra gli Stati membri, perché manca l’iniziativa politica almeno in settori cruciali in questo momento. Il Rearm Europe, è vero che è stato uno sforzo della Commissione per avere le ca- pacità necessarie nel settore della difesa. Possiamo dire che è parziale, possiamo dire che magari si è sbagliato il titolo, ma non possiamo demonizzarlo, perché in ogni caso è uno strumento che ci servirà, ci servirà ad acquisire le capacità o almeno a mobilitare alcune delle risorse necessarie per acquisire le capacità di difesa che ci servono in questo momento. Quello che è mancato è tutto il resto. Noi abbiamo, in questo momento, una mancanza di iniziativa politica per riflettere sul tipo di difesa che stiamo co- struendo, qual è l’orizzonte strategico che ci poniamo, che modello di difesa ab- biamo in mente per l’Unione europea, che rapporti abbiamo in mente con l’Alleanza atlantica, che tipo di capacità vogliamo costruire. T ONIA C ARTOLANO Già è stato bizzarro scoprire all’improvviso che sarebbe potuto venir meno il cap- pello dell’alleato americano, l’ombrello. Sapevamo da tempo, parlo di Italia, che eravamo lontani dal 2% e siamo lontani dal 3%, c’è chi parla del 5%, e quando parliamo tra l’1,57%, se ricorderai a no- vembre del ‘24, di cui ha parlato Crosetto, e il 2% che ora il Governo dice di aver raggiunto perché dentro ci ha messo la finanza, la guardia costiera, un po’ di tutto, ballano 10 miliardi tra l’uno e l’altro. La cosa bizzarra è come noi abbiamo potuto oggi, solo oggi aggiungo, renderci conto di questa situazione. L’Europa che vogliamo 90

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