Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025

zionale a cui tutti noi aspiriamo ma che non è nell’ordine delle cose, i detentori di questo potere di iniziativa politica sono gli Stati membri. È dagli Stati membri che questo deve arrivare. Siccome molto probabilmente non riusciremo a farlo a 27, perché lo abbiamo visto anche nel conflitto in corso, ci dobbiamo affidare ai volenterosi e cioè a quegli Stati che sono più capaci e che hanno la volontà politica di andare avanti. Bisogna stare molto attenti, ovviamente, perché dobbiamo mantenere il controllo demo- cratico dell’iniziativa, dobbiamo mantenere un’unità europea e quindi evitare i ri- schi di marginalizzazione, ma è chiaro che a guidare il processo saranno alcuni Stati membri. Per l’Italia è importante capire se vogliamo far parte di questo gruppo di testa o no. T ONIA C ARTOLANO Anche perché, come diceva qualcuno, al tavolo o sei seduto o sei nel menù. Evi- dentemente noi dobbiamo capire da che parte stiamo perché altrimenti diventa effettivamente rischioso. Il nostro Paese, in questo momento è perplesso, lo stiamo vedendo anche dalle posizioni che abbiamo. Dottor Bernabè, la sento parlare spesso di temi di questo tipo, non si sa dove siamo, se siamo seduti, ci colleghiamo da remoto, ogni tanto partecipiamo, siamo col nostro Capo di Stato Maggiore della Difesa ma non però come volontà politica. Questo è un dato interessante. Dottoressa Balfour, arrivo da lei per chiederle: se questa è la situazione, se questo è il contesto internazionale di cui lei ci ha parlato in apertura di questa tavola, la mia domanda è come ci risolleviamo, come si risolleva l’Europa, da dove si riparte per arrivare all’Europa che vogliamo? R OSA B ALFOUR Continuo con il ragionamento di Nicoletta perché quella è la traiettoria più pro- babile, cioè che ci siano delle coalizioni dei volenterosi. Sottolineo il plurale perché, secondo me, si diversificheranno a seconda dell’area, del tema, quindi noi stiamo L’Europa che vogliamo 92

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