Atti del Convegno Nazionale "L'Europa che vogliamo" - Venezia 2025
oggi, l’idea di fare nuovi allargamenti veloci, improvvisi e rapidi ad altri Paesi non avendo ancora imparato la lezione che noi oggi abbiamo. Abbiamo parlato oggi molto di finanza, io vorrei parlare di economia reale. Abbiamo giustamente detto che l’euro è stata una grande conquista e una grande vittoria e ne siamo tutti convinti dalla prima ora, ma dimentichiamo che abbiamo ancora oggi, in Europa, Paesi come la Polonia che fa ancora dello slot e della sua svalutazione competitiva un vantaggio unfair nei riguardi del resto del sistema europeo. Ci sono disarmonie, distonie, confusioni che non possono più non essere affron- tate nella maniera più chiara e più compiuta possibile. Credo che ci siamo messi in una trappola mortale dalla quale è difficile uscire, a meno che la gravità di questa crisi, finalmente, non renda possibile una scrollata assoluta di tutta questa visione falsa ed euro-retorica dalla quale dobbiamo uscire con consapevolezza e con au- tentici valori europei. Avremmo dovuto fare una Costituzione di tre pagine individuando innanzitutto i valori fondanti, che non sono quelli della convenienza del mercato unico che fu allora proiettata da Delors, ricordate? Perché un’unione politica si deve reggere non solo quando non ci sono le convenienze, ma soprattutto quando ci sono le difficoltà e se non ci sono valori condivisi forti non c’è un’unione politica. Allora noi abbiamo rinunciato consapevolmente, errore colossale, a rivendicare innanzitutto le nostre radici giudaico cristiane che sono le radici fondanti del- l’identità occidentale. È stato detto giustamente da qualcuno che gli Stati Uniti oggi non riconoscono più il valore fondamentale della cultura occidentale, ma noi siamo stati i primi ad aver negato il nostro valore fondamentale della cultura oc- cidentale. Abbiamo pensato che non rivendicando la nostra cultura e la nostra ci- viltà potessimo essere più facilmente pronti all’abbraccio per evitare lo scontro delle civiltà. Ricordo, proprio con Giuliano Amato, una grandissima polemica dicendo con terrore, Haddington aveva indicato lo scontro delle civiltà come uno scontro ine- luttabile: rinunciamo alla nostra delle civiltà così abbracciamo meglio le altre. Ab- biamo visto che le altre, ovviamente, perché non si può chiedere di negare sé stessi, la propria storia, i millenni di storia, di tradizione e di valori che sono alle nostre L’Europa che vogliamo 98
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