Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2025

17 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 PRIMO PIANO ha sottolineato il Cavalier Zobele – diano al processo di unità europea una convinta priorità nei loro programmi. Qualche anno addietro dalla Santa Sede – con le parole di Papa Francesco – è stata proposta una efficace immagine per rappresentare l’avvio di una fase di “guerra mondiale a pezzi”. Guerra frammentata ma non meno pericolosa. Vorrei raccogliere quell’immagine per metterne a fuoco una analoga: stiamo assistendo a conflitti e iniziative che sembrano porre pesantemente a rischio, – voler fare a pezzi – l’ordine internazionale così faticosamente costruito sulle macerie della Seconda guerra mondiale. Questo ordine, sorto sulla base delle condizioni del mondo degli anni cinquanta, va rielaborato, in corrispondenza al mondo così diverso di oggi, ma va preservato. Siamo, ancora una volta, di fronte al dilemma: come utilizzare le risorse? Per distruggere o per costruire? O, per distruggere per poter costruire a propria convenienza? Quasi che il lungo periodo di cooperazione non avesse, invece, dimostrato gli importanti traguardi raggiunti da una umanità in pace. Taluni comportamenti sembrano suggeriti da una lettura distorta se non addirittura opposta della lezione di Joseph Schumpeter. Per l’economista austriaco “distruzione creatrice” era - è - l’effetto della capacità di innovazione delle imprese e non la sua premessa. È l’innovazione che, al centro dei processi, promuove crescita e progresso. In fasi di questa natura emerge ancora di più il ruolo degli imprenditori, dei capitani di impresa, delle imprese, nel concorrere, con la loro azione, alla definizione del bene comune, dell’interesse del Paese, della comunità internazionale. La responsabilità sociale appartiene a tutti. Siamo, ancora una volta, di fronte al dilemma: come utilizzare le risorse? Per distruggere o per costruire? O, per distruggere per poter costruire a propria convenienza?

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