21 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 PRIMO PIANO Il Presidente della Repubblica consegna il Collare al nuovo Decano dell’Ordine Giovanni Arvedi avvertire la necessità e la responsabilità di sentirsi partecipi e costruttori, non spettatori inermi e intimoriti”. È una visione che sentiamo profondamente nostra: l’Europa è la nostra casa comune e il nostro destino e per questo al nostro ultimo Convegno nazionale a Venezia è emerso con forza l’unanime appello dei Cavalieri del Lavoro sulla necessità di completare, aggiornando, il percorso storico dell’Unione dando vita agli Stati Uniti d’Europa, l’obiettivo dei nostri padri fondatori. Con il nostro lavoro e le nostre imprese siamo determinati a questa sfida storica: sosteniamo il completamento del progetto comune europeo, senza paura dei cambiamenti che dovremo affrontare e che sono necessari. Lavoriamo in direzione di un’Europa delle persone e delle imprese, del lavoro e dei talenti, dell’innovazione e della sostenibilità. E torno a citare le Sue parole: “senza cedere all’idea di un mondo lacerato, composto soltanto di avversari, nemici, vassalli o clientes, né all’idea di società frammentate”. Dobbiamo avere il coraggio di completare il mercato unico dei capitali, per dare respiro agli investimenti e sostegno alle imprese innovative, e il coraggio di accelerare sulle startup tecnologiche e sulla ricerca. Torniamo a essere pionieri e non rassegniamoci a ruoli di retroguardia. Le imprese e i lavoratori hanno un ruolo decisivo nel percorso di crescita delle nostre società. Con il loro impegno creano benessere diffuso, favoriscono l’innovazione, aprono mercati e opportunità. Così facendo non solo generano e distribuiscono ricchezza, ma rafforzano la qualità della nostra democrazia. La Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro in questi anni ha dato vita ad una collana editoriale intitolata Storie di Cavalieri del Lavoro, nell’ambito della quale sono stati pubblicati tre volumi: Famiglia e Impresa, Donna e Impresa e Fondatori d’Impresa. In queste pagine sono state raccontate circa 250 storie imprenditoriali, che compongono un significativo affresco dell’eccellenza dell’imprenditoria italiana, fatta di idee, intuizioni, visioni e valori solidi e profondi. È una lettura istruttiva da tanti punti di vista. Cito un dato significativo: dall’ultimo volume dedicato ai fondatori d’imprese emerge che l’88% ha imparato il mestiere sul campo. Dal volume emerge inoltre che molti fondatori di impresa in particolare sono partiti anche da condizioni modeste, il che dimostra la potenza dell’impresa quale strumento di ascensore sociale. Da un’altra ricerca che la Federazione ha condotto col Cnel e la Conferenza Nazionale dei Collegi Universitari di Merito emerge che sempre più laureati, in particolare nelle discipline Stem, guardano all’estero in cerca di percorsi di crescita e realizzazione. Questo fenomeno fa riflettere sulla necessità di rendere il nostro sistema produttivo più attrattivo, offrendo opportunità di crescita e sviluppo professionale, flessibilità organizzativa e un equilibrato bilanciamento tra vita e lavoro. Lo spirito che ha reso l’Italia una delle più grandi potenze industriali del mondo deve continuare a vivere nei giovani di oggi. Sta a noi impegnarci con determinazione per farlo risplendere ancora, accompagnando le nuove generazioni in un percorso di crescita che valorizzi il loro talento e il loro lavoro. Signor Presidente, desidero esprimere la nostra più profonda gratitudine a Lei, che ha seguito con puntuale attenzione e sollecita vicinanza il nostro lavoro. Le sue parole di considerazione per le nostre attività, a cominciare dall’iniziativa del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” dei Cavalieri del Lavoro, ci incoraggiano a intraprendere nuove azioni volte a promuovere e a contribuire lo sviluppo economico, la crescita culturale e il progresso sociale. Ai Cavalieri del Lavoro rivolgo un augurio sincero: che il nostro impegno diventi testimonianza viva che buona impresa e buon lavoro sono la via maestra per costruire crescita e coesione. Siate esempio concreto della funzione sociale dell’impresa. È con questa convinzione che i Cavalieri del Lavoro continueranno a servire il Paese, nella fedeltà ai valori che ci uniscono e nell’obiettivo comune di consegnare alle nuove generazioni un’Italia e un’Europa migliori.
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