38 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 industria manufatturiera italiana ed europea sta attraversando una fase di grave incertezza indotta da tre cause principali. Le conseguenze di una politica europea sbagliata sul tema del Green deal (che sta mettendo in ginocchio il settore automotive e l’indotto) e, contemporaneamente, l’assenza di linee guida di politica industriale sui grandi temi del futuro quali energia, difesa e IA. L’invasione del mercato europeo da parte di prodotti cinesi venduti spesso in dumping per attenuare il problema della sovracapacità produttiva creata dagli incentivi del piano China 2025 nei settori batterie, pannelli fotovoltaici, auto Bev, cantieristica navale, macchinari industriali, ecc. Le incertezze suscitate nel commercio mondiale dalle politiche americane sui dazi all’importazione, introdotti in modo erratico e spesso offensivo e tuttora utilizzati come minaccia o ritorsione in ambito di tematiche geopolitiche quali le forniture di armi all’Ucraina, l’acquisto di gas dalla Russia o il mancato rispetto degli obiettivi di investimento sulla difesa. Quindi il tema dei dazi americani è purtroppo solo uno dei problemi che la nostra industria deve affrontare e su cui mi soffermerò nel prosieguo. Le motivazioni principali dei dazi sono il parziale riequilibrio della bilancia commerciale Usa, che sta portando il debito americano a livelli di guardia con conseguente indebolimento del dollaro (altro problema non trascurabile da affrontare) e l’incentivazione al reshoring di attività manufatturiere, in particolare in settori strategici quali i semiconduttori. Dubito infatti che vi sia un massiccio reshoring di attività più ordinarie, visti gli alti costi e la difficile reperibilità della manodopera negli Stati Uniti nonché il blocco sostanziale all’immigrazione. A distanza di quasi sei mesi dal Liberation Day, gli accordi raggiunti con l’Unione europea sul 15% di dazi sono a mio parere tollerabili (se, ovviamente, non ci saranno ulteriori inasprimenti) per una serie di motivi: il mercato americano non è particolarmente price-sensitive, manca in molti settori una vera concorrenza locale, l’incremento di prezzo al clienL’ Export di macchine utensili IMPATTO SOSTENIBILE di Gianfranco CARBONATO Gianfranco Carbonato
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