Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2025

47 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 stenibilità, rappresenta la migliore strategia per affrontare con successo queste sfide. Il cambiamento climatico rischia di modificare il nostro panorama agricolo: Chiquita ha avviato una piantagione di banane in Sicilia, mentre in Gran Bretagna stanno piantando la vite. Più rischi o più opportunità? Direi più rischi che opportunità. Il cambiamento climatico è uno dei principali fattori di rischio per il sistema agroalimentare: gli eventi estremi, come alluvioni o siccità, che negli ultimi anni hanno colpito diverse regioni italiane, possono compromettere completamente la produttività agricola. Sono quindi necessarie misure di mitigazione, che possono includere il cambiamento delle specie vegetali coltivate o lo sviluppo di nuove varietà, anche attraverso l’uso delle Tea, più adatte alle nuove condizioni climatiche. L’innovazione può favorire anche la salute, con cibi più sani? Certamente. A livello mondiale, e in particolare nell’Unione europea, cresce l’interesse verso alimenti sempre più sani, con l’obiettivo di ridurre l’impatto globale delle tossinfezioni alimentari. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica consentono già oggi la produzione di alimenti più salubri, ma è necessario che tali innovazioni si diffondano in tutte le regioni del mondo. I sistemi alimentari si basano spesso su materie prime agricole prodotte in altre regioni del pianeta, come caffè e cacao, ed è quindi fondamentale che le tecnologie per la produzione di alimenti sicuri vengano condivise globalmente, per un miglioramento complessivo della food safety. Come si posiziona il nostro Paese nella ricerca agricola? Il livello della ricerca italiana è in costante miglioramento. I progetti di ricerca finanziati dal Pnrr, come AgriTech e OnFoods, hanno ulteriormente accelerato lo sviluppo di studi e innovazioni nel settore agroalimentare, permettendo negli ultimi anni di investire maggiormente nei giovani ricercatori, che rappresentano il vero motore della ricerca e dell’innovazione. Le imprese agricole italiane, moltissime di piccole e piccolissime dimensioni, sono pronte a utilizzare le innovazioni e che cosa si potrebbe fare di più per sostenerle? Sì, la maggior parte delle imprese – in particolare quelle gestite da giovani imprenditori – è pronta ad accogliere l’innovazione. Il sistema produttivo nazionale, sebbene caratterizzato da piccole e medie imprese, ha sempre dimostrato una notevole capacità di innovazione, anche nel settore agroalimentare. È tuttavia necessario favorire ulteriormente il rapido trasferimento delle tecnologie, promuovendo il dialogo tra centri di ricerca, università, associazioni di produttori e imprese agroalimentari. In questo senso, le diverse forme di supporto alla ricerca e al trasferimento tecnologico, finanziate dall’Unione europea, dal governo nazionale e dalle regioni, rappresentano strumenti particolarmente efficaci. Foto xtrekx © 123RF.com

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