Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2025

49 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 rezza e alla personalizzazione. Tuttavia, siamo penalizzati da gap strutturali: l’eccessivo costo dell’energia, la mancanza di sinergie strutturali tra il mondo delle imprese e quello della ricerca e la scarsità di investimenti nel foodtech rispetto ai competitor europei. Un dato recente (2024) indica che in Italia sono stati investiti solo 106 milioni di euro per le startup del settore AgriFoodTech, solo lo 0,005% del Pil, inferiori a Francia, Germania e Regno Unito. Superare questi ritardi è indispensabile per consolidare il nostro primato qualitativo. Transizione ecologica ed efficienza energetica: come si comportano le imprese alimentari e quanto investe oggi il comparto in innovazione, digitalizzazione e tecnologie di nuova generazione? Le imprese alimentari sono molto attente ai temi “green” e stanno compiendo passi concreti per la sostenibilità dei processi produttivi. La filiera dispone di potenti driver tecnologici – le tecniche di evoluzione assistita, l’agricoltura 5.0, la digitalizzazione e le filiere circolari – per affrontare la transizione ecologica. Le aziende, pur essendo energivore, sono già molto efficienti: assorbono meno di un decimo dei consumi finali di energia dell’intera industria italiana. L’industria investe in tecnologie che vanno dall’eco-progettazione degli imballaggi alla produzione di biogas/biometano dagli scarti. Il riciclo degli imballi ha già raggiunto e superato gli obiettivi europei fissati per il 2030. Infine, non va dimenticata la creazione della ReRITT (Rete per la Ricerca, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico), una grande alleanza tra il mondo della ricerca, le università e le imprese, che ha preso vita grazie anche al Cluster Agrifood Nazionale (CL.A.N.), (ndr, Paolo Mascarino presiede anche il CL.A.N.), assicurando che ci sia un forte e sinergico legame tra la domanda d’innovazione da parte delle imprese e l’offerta delle soluzioni sviluppate dal mondo della ricerca. Parliamo di giovani e formazione. Il settore alimentare riesce ad attrarre nuove competenze? Le risorse umane e l’aggiornamento continuo delle loro competenze sono il patrimonio più importante per la crescita del settore. Le aziende cercano talenti che uniscano soft skill a competenze digitali, scientifiche e tecniche in biotecnologie e sicurezza alimentare. Federalimentare promuove attivamente iniziative rivolte agli studenti (come Ecotrophelia Italia e il Premio “What for?”) per rafforzare i legami tra università, centri di ricerca e imprese. Il settore ha un enorme potenziale di attrazione, ma è necessario orientare la ricerca verso tematiche di interesse industriale per inserire talenti esperti e motivati. Foto FXQuadro © Shutterstock

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