Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2025

63 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 a mobilità dei giovani laureati e dei professionisti altamente qualificati rappresenta da anni uno dei nodi cruciali del dibattito sullo sviluppo del Paese. Le migrazioni spinte da opportunità professionali e sistemi più meritocratici all’estero mettono in luce un fenomeno strutturale che interroga le politiche di formazione e occupazione italiane. In questo contesto, gli ex alunni e le ex alunne dei Collegi Universitari di Merito costituiscono un osservatorio privilegiato, ancora poco esplorato. Provenienti da tutto il territorio nazionale – e in alcuni casi anche dall’estero – questi giovani si formano in ambienti residenziali orientati all’eccellenza accademica, alla responsabilità sociale e all’apertura internazionale. È plausibile che tale background favorisca una maggiore propensione alla mobilità, ma la vera domanda riguarda come queste esperienze si traducano nel mercato del lavoro: chi parte, chi resta, chi torna, e perché. Per rispondere a questi interrogativi, il Centro Studi Socialis – su incarico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, in collaborazione con la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito italiani – ha realizzato una ricerca che ha coinvolto studenti ed ex studenti di 57 Collegi di Merito. L’obiettivo: restituire una fotografia aggiornata delle traiettorie formative e professionali di questo segmento di eccellenza. IDENTIKIT DEI LAUREATI COINVOLTI Il profilo socio-demografico del campione è eterogeneo. Leggera la prevalenza maschile, mentre la maggioranza dei rispondenti vive oggi in Italia (69%); il restante 31% risiede all’estero. Durante gli anni di studio, il 29% ha svolto un’attività lavorativa, nella maggior parte dei casi coe- rente con il percorso accademico. Oltre la metà degli intervistati ha maturato già in università un’esperienza internazionale – in particolare programmi Erasmus o tirocini all’estero – di durata medio-breve. Dopo la laurea, il 43% ha proseguito la propria esperienza fuori dall’Italia, scegliendo periodi più lunghi e destinazioni diversificate. Sul piano occupazionale, il 56% del campione risulta oggi occupato, a cui si aggiunge un 4% di studenti lavoratori. L’ingresso nel mercato del lavoro è rapido: il 43% trova il primo impiego prima della laurea e un ulteriore 36% entro tre mesi dal conseguimento del titolo. Tra gli occupati prevalgono i ruoli impiegatizi nel settore privato (48%) e pubblico (27%); seguono ricercatori universitari (11%), liberi professionisti (8%) e, in misura minore, dirigenti e imprenditori. La maggior parte lavora in Italia (65%), mentre il 35% ha un impiego stabile all’estero, con una presenza significativa in Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Paesi Bassi. PERCHÉ SI PARTE, PERCHÉ SI RIENTRA Le motivazioni che spingono i laureati dei Collegi di Merito a trasferirsi all’estero sono principalmente professionali ed economiche: opportunità di carriera più diL MOBILITÀ DEI TALENTI e sfida per il Paese di Cristiana PALADINI, Sara CAPUZZI e Niccolò CASNICI Motivazioni estero Fonte: Centro Studi Socialis Opportunità di carriera migliori Retribuzione più alta Qualità della formazione/ricerca Contesto più meritocratico Interesse personale a vivere all’Estero Insoddisfazione rispetto all’esperienza in Italia Quanto hanno influito le seguenti motivazioni sulla scelta di andare all’estero? (media) 1 2 3 4 5 4.94 4.97 3.84 4.19 4.65 4.23

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=