67 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 volta difficili sotto il profilo economico ci hanno permesso di attrarre e trattenere giovani talenti in un territorio che troppo spesso viene narrato soltanto per le sue fragilità. Abbiamo introdotto strumenti di welfare aziendale, avviato un dialogo costante con le università, investito nella formazione continua, ottenuto certificazioni di responsabilità sociale. Ma soprattutto abbiamo voluto trasmettere l’idea che lavorare con noi significa essere parte di una storia comune, contribuire a costruire un futuro condiviso, qui, senza la necessità di andare altrove. Ecco, dunque, il nodo centrale: creare le condizioni perché un giovane non sia costretto a scegliere tra il Paese natale e il proprio futuro. Un Paese diventa attrattivo quando non obbliga all’espatrio per crescere, quando riesce a richiamare chi è partito, quando trasforma il talento in appartenenza. La qualità di un sistema si misura non soltanto nella capacità di trattenere i migliori, ma anche nella possibilità di restituire dignità a chi desidera tornare. L’Italia non può diventare soltanto un luogo di memorie da raccontare in vacanza: deve restare lo spazio in cui immaginare il domani, fondare imprese, costruire famiglie, generare innovazione. Se tanti giovani scelgono di partire è perché inseguono un orizzonte più ampio. Il nostro dovere è ampliare quell’orizzonte qui, con atti concreti di cambiamento, dimostrando che restare non equivale a rinunciare, ma significa scommettere. Non bastano illusioni, servono nuove regole e la volontà di applicarle: nella scuola, nella giustizia, nel lavoro. Finché il vecchio mondo non troverà la forza di riscrivere sé stesso, sarà impossibile realizzare un vero cambiamento. Il futuro dell’Italia non può restare confinato nei ricordi di chi è partito: deve incarnarsi nelle mani di chi sceglie di restare. Gli imprenditori hanno una responsabilità precisa: custodire i talenti, offrire opportunità, generare speranza. Un Paese cresce davvero solo quando i suoi giovani non sognano di partire, ma desiderano restare per edificare insieme ciò che manca. Dove le radici non devono essere tagliate per far fiorire i rami. Produzione Coelmo Creare le condizioni perché un giovane non sia costretto a scegliere tra il Paese natale e il proprio futuro. Un Paese diventa attrattivo quando non obbliga all’espatrio Stefania Brancaccio è stata nominata Cavaliere del Lavoro nel 2009. È vice presidente di Coelmo, società produttrice di gruppi elettrogeni industriali e marini. Con quattro stabilimenti in Campania, uffici di rappresentanza in Europa e Medio Oriente e distributori nei maggiori paesi del mondo, Coelmo ha una produzione che supera le 2.000 unità annue con 159 i dipendenti
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