Ci sono storie che non hanno bisogno di effetti speciali per diventare patrimonio collettivo. Bastano il saper fare, la memoria, il saper resistere alle stagioni. Quella di Fiasconaro, storica pasticceria di Castelbuono, nel cuore delle Madonie, è una di queste. Un’azienda di famiglia nata 70 anni fa in un laboratorio di paese, che oggi attraversa l’Atlantico per portare una rivisitazione siciliana del panètun nel cuore di New York, al 422 di West Broadway, a SoHo. Dal 16 ottobre (fino a gennaio) Fiasconaro apre la sua “casa” americana: un temporary store che racconterà al pubblico yankee il panettone come rito e come racconto, portando tra le vie di Manhattan l’odore del dolce appena sfornato e la storia di una famiglia che ha trasformato la dolcezza in identità. Non è un debutto commerciale – gli USA sono già il primo mercato estero, con il 13% del fatturato – ma un gesto simbolico: un “Natale mediterraneo” a NewYork. Già, perché in Italia, il panettone non è solo un dolce. È un profumo che riempie la casa, l’odore delle feste in salotto, il gesto del taglio. Fiasconaro l’ha trasformato in linguaggio universale, fondendo tecnica lombarda e poesia siciliana: manna delle Madonie, pistacchi di Sicilia, agrumi, Marsala. Ha preso una tradizione milanese e l’ha fatta viaggiare ovunque, sulle ali della fantasia. Ora la porta nella città dove tutto si fonde: New York. Un Paese che conosce da tempo il “made in Castelbuono”. Non sorprende che nel 2023 uno dei suoi panettoni sia stato scelto come dono ufficiale per il Presidente Biden. Un riconoscimento che spinge Fiasconaro a rafforzare la propria identità, non a snaturarla. Come racconta Agata Fiasconaro, Brand Manager: «Questo pop-up segna una tappa del nostro percorso di internazionalizzazione: vogliamo portare l’anima della Sicilia in America, restando fedeli alle origini». Nel nuovo spazio a SoHo tutto parlerà questa lingua: latte firmate Dolce&Gabbana, creme spalmabili, torroni, panettoni. Più che un negozio sarà un teatro del gusto, con degustazioni, esperienze immersive e collezioni regalo per un pubblico internazionale. Fiasconaro, del resto, non è un nome “di moda” o di passaggio. Ha camminato accanto a istituzioni, capi di Stato, Papi, persino nello spazio. È artigianale ma globale, territoriale e cosmopolita. La sua forza è continuare a essere una famiglia: Fausto cura lo showroom, Martino l’amministrazione, Nicola è il maestro pasticcere, suo figlio Mario la nuova generazione. «La tradizione è la nostra radice, ma per rispettarla bisogna lasciarla respirare» dice Nicola. «Ogni dolce che nasce a Castelbuono porta con sé un pezzo della nostra terra, del nostro modo di pensare la bellezza». Nonostante la crescita – oggi 33 milioni di euro di fatturato e presenza in oltre 65 Paesi – il cuore resta Castelbuono, il borgo sulle Madonie che continua a essere centro produttivo e creativo: oltre 250 lavoratori, più del 45% del fatturato reinvestito sul territorio. Numeri che servono solo a confermare un’intuizione: si può crescere senza sradicarsi. L’azienda ha unito artigianalità e creatività anche grazie alla collaborazione con Dolce&Gabbana, che da 8 anni firma le iconiche latte colorate. Un incontro tra moda e pasticceria che ha trasformato il panettone da dolce tradizionale a oggetto culturale, simbolo di italianità contemporanea. «La sfida – spiega ancora Nicola – è crescere senza perdere l’anima. Essere artigiani e insieme globali. E portare la Sicilia nel mondo». E così quest’anno chi passerà per SoHo e si fermerà davanti a quella vetrina colorata di Sicilia, nell’aroma dolce che attraversa l’oceano ritroverà ciò che rende grande l’Italia: la capacità di unire bellezza, memoria e impresa. Da sinistra vs destra: Antonella, Fausto, Agata, Cav. Lav. Nicola Fiasconaro Scarpatura del panettone www.fiasconaro.com Facebook: Fiasconaro Instagram: fiasconaro_artepasticcera LinkedIn: Fiasconaro Srl IL PANETTONE CHE ATTRAVERSA L’OCEANO. FIASCONARO PORTA LA SICILIA A NEW YORK DALLE AZIENDE Nel cuore della Grande Mela, un piccolo tempio del Made in Italy racconterà tradizione, impresa familiare e cultura del gusto
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