Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2025

83 LIBRI Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2025 italiana, in modo più ampio, è legato all’innovazione, alle competenze, alla mobilitazione di capitali. Ma è anche legato – profondamente – alla accensione di nuovi entusiasmi. E far conoscere le storie di chi ha scritto pagine importanti del capitalismo italiano, spesso senza clamori e riflettori, è uno strumento potente per alimentare questa energia positiva. Quello che va sottolineato leggendo questi profili è il radicamento nella realtà: la maggior parte dei fondatori d’impresa riportati in questo volume ha cominciato a lavorare molto presto, intorno ai diciannove anni, spesso per oltre un decennio in ruoli umili e operativi. L’88% ha fatto la gavetta, ha cioè capito e imparato il mestiere lavorando, non solo come passaggio obbligato, ma come vero e proprio metodo di formazione. In quei primi anni, a contatto con la produzione, con i fornitori, con i clienti, si acquisisce esperienza tecnica, senso del limite, capacità di giudizio, intuizione, consapevolezza di cosa significhi guidare un’impresa. La gavetta è anche il tempo in cui si tempra l’attitudine al sacrificio e al lavoro, bussola non solo di un progetto d’impresa ma di una scelta esistenziale. Molti di questi imprenditori non hanno conseguito titoli accademici. Solo il 26% è laureato. E tra i laureati, non sono pochi quelli che hanno fondato imprese in settori diversi da quelli studiati. Questo ci dice due cose importanti. La prima è che l’esperienza influenza fortemente e accresce la formazione. La seconda è che quest’ultima non finisce mai: si impara lungo tutta la vita, nei laboratori come negli uffici, nei magazzini come nelle fiere di settore. È in questi contesti che si sviluppa anche una conoscenza profonda delle tecnologie e della loro potenziale evoluzione, dei processi produttivi e del prodotto, un sapere pratico che diventa vantaggio competitivo e che consente al fondatore di riconoscere le opportunità legate a un’innovazione, di ottimizzare i cicli operativi, di parlare la stessa lingua dei propri collaboratori, sapendoli capire. In un tempo in cui le sfide globali disvelano una quantità straordinaria di opportunità, è fondamentale ricordare che l’impresa nasce prevalentemente da un’intuizione ma si afferma grazie a una cultura: la cultura del fare bene. Ed è questa cultura che i Cavalieri del Lavoro rappresentano in modo esemplare. Questo volume vuole essere, dunque, non solo una raccolta di storie di imprenditori, ma un invito a guardare con rinnovata fiducia al futuro dell’imprenditorialità italiana, per larga parte fatta di piccole, medie e grandi imprese familiari. Il libro che avete tra le mani è un omaggio a chi ha iniziato, un’utile guida per i Cavalieri del Lavoro e per imprenditori meritevoli ma non ancora nominati Cavalieri del Lavoro. Esso, infine, è anche un incoraggiamento ai giovani, a chi sta per cominciare da zero e a chi deve affrontare la sfida di trasformare piccole attività in grandi imprese. COLLANA Storie di imprese e di Cavalieri del Lavoro Con Fondatori di Impresa, dopo Famiglia e Impresa (2022) e Donna e Impresa (2024), si completa la trilogia della collana voluta dal Presidente emerito Maurizio Sella “Storie di imprese e di Cavalieri del Lavoro”, promossa dalla Federazione ed edita per i tipi di Marsilio Arte

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